5 dicembre 2011
LACRIME, SANGUE E MERDA
 Così come tra uomini e donne, anche per gli Stati essere deboli o
forti non è una questione di genere ma di capacità/possibilità di
decidere in proprio. L’Italia del commissario Monti è l’esempio perfetto
di uno Stato storicamente giovane, costituzionalmente promiscuo e
politicamente abbastanza debole da avere accettato, in
centocinquant’anni di storia, praticamente tutto.
Da Mussolini al compromesso storico, dal partito dell’ampolla del Dio
Po al governo a quello di Mastella, Diliberto e Pecoraro Scanio,
passando per un’incredibile sequenza di aspirazioni golpiste (almeno
quattro, solo dal 1963 al 1985), esecutivi balneari di ogni razza e
l’eliminazione giudiziaria a mezzo stampa dei partiti che hanno scritto
la Costituzione. Fino al Drive-in di massa degli ultimi anni
con intercettazioni, escort e chiacchiere che hanno finito per eclissare
la crisi e alla fine il governo stesso.
Poi, dopo qualche ora di festa per l’auto-deposizione del Caimano e
dopo la selva di tripudi di loden e di alleluia per la ritrovata
sobrietà al governo, ecco che la annunciatissima scure di Monti cala in
tutta la sua crudezza, alle otto della sera, e le chiacchiere arrivano a
zero. Con grande sobrietà, in un sol colpo il professore reintroduce
l’Ici (rivalutando gli estimi), aumenta l’Iva e (agghiacciante) blocca
la rivalutazione Istat per le pensioni oltre i 1000 euro.
La super-stangata prevede anche l’annunciata riforma delle pensioni,
la reintroduzione della tracciabilità e un ulteriore taglio agli enti
locali. Ferrara potrà lustrarsi gli artigli (dopo giorni e giorni di
apologie di Paul Krugman), Calderoli rilancia già la secessione
(“consensuale, sul modello Cecoslovacchia”), Ferrero annuncia lo
sciopero generale, a Di Pietro prudono le mani, i sindacati si preparano
alla battaglia e il Pd e il Pdl (al solito) non sanno che pesci
pigliare.
Mi sa che non basteranno le tasse sui beni di lusso e i (presunti)
tagli alla politica per decretare la fine anticipata della luna di miele
fra il commissario Monti e gli italiani, che fino a ieri sera gli hanno
tributato una fiducia quasi unanime. Né basterà il carisma
istituzionale di Re Giorgio (come l’ha ribattezzato il New York Times), che forse ha salvato l’Italia dal default
finanziario ingaggiando Monti con un’operazione di rara abilità, ma
difficilmente potrà qualcosa contro le probabili ricadute recessive di
questa manovra.
Monti ha tenuto fede alla promessa di non guardare in faccia a
nessuno e continua a ripetere che tutti i riflettori sono puntati
sull’Italia. Allo Stato debole per eccellenza l’altro ieri è stato
lasciato il cerino in mano dalla Merkel davanti al Bundestag riunito:
“Dai cambiamenti dell’Italia dipende il futuro dell’Eurozona”. E i
cambiamenti sono arrivati per decreto legge, sobriamente denominato
“salva-Italia”, e con un appello ai cittadini centrato sul rischio di
“macchiarsi del fallimento dell’intera Eurozona”, perché “il debito
pubblico italiano è colpa di chi ha governato l’Italia, non
dell’Europa”.
“I sacrifici devono essere visti alla luce di un risveglio a favore
del merito e contro i privilegi, i nepotismi, le rendite”. Per Monti
“noi italiani siamo considerati delle individualità di spicco,
simpatici”, e sembra di sentire la conferenza stampa di un commissario
europeo tedesco o lussemburghese, di un consulente di una banca d’affari
o dell’Fmi.
Essere uno Stato debole significa ciclicamente abdicare dalla
democrazia e quando Monti annuncia “ho riflettuto in questi giorni che,
visti i sacrifici che devo chiedere ai cittadini italiani, ho deciso di
rinunciare ad ogni compenso come presidente del Consiglio e ministro del
Tesoro e delle Finanze”, ho pensato che forse hanno davvero ragione
Ferrara&Ferrero e questo è un tecno-golpe a tutti gli effetti.
Non è detto che sia un male. Non c’è dubbio, per esempio, che in
termini metodologici questo governo è un altro mondo e Passera che
annuncia report costanti, con gli stati di avanzamento delle
riforme in programma, ne è l’emblema. Poi, quando l’algida ministra
Fornero scoppia in lacrime annunciando il blocco delle pensioni e non
riesce a terminare la relazione, metto a fuoco l’unica verità: siamo
nella merda, mi sa che c’è poco da fare gli schizzinosi.
L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage.
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