21 settembre 2010
PD X-FILE
 “C’è delusione, c’è una richiesta di chiarezza e di unità nel
centrosinistra. Bisogna stare in mezzo alla gente e non fare i giochini
della politica. I partiti devono fare un atto di umiltà profonda, non
individuare dei nemici, ma gli avversari, aprirsi alla società. La
società bolognese è di pasta buona, non voglio lasciare l’orgoglio nelle
mani della Lega Nord”.
Un’illustratrice di Ravenna sostiene con una certa decisione che Maurizio Cevenini, quasi-candidato del Pd
alle primarie per il sindaco di Bologna, sia un alieno. Più
precisamente un rettiliano, uno di quei serpentoni cattivissimi stile Visitors che secondo alcuni ufologi radicali si stanno infiltrando in tutti i gangli della nostra società (in Rete ci sono siti
che forniscono una descrizione dettagliata di tutte le razze in
circolazione e del loro rapporto con gli umani). Sul perché di tanta
sicurezza risponde un lombrosiano “ma l’hai visto?”
A parte l’espressione (in foto sembra non sbattere mai le palpebre né
smettere di sorridere), sono le parole di “Mister Preferenze” (com’è
stato ribattezzato dopo le oltre diciannovemila croci sul suo nome
rastrellate alle ultime regionali) che, se non di un rettiliano,
sembrano quelle di un format. Il curriculum, poi, rende la candidatura
un evento di folclore, la sagra strapaesana della bolognesità tanto cara al vecchio nemico Guazzaloca (l’ex macellaio che sconfisse la candidata distillata dal partitone nel 1999).
Il consenso schiacciante di cui sembra godere il già “sindaco dello
stadio”, tutte le domeniche in tribuna con il suo striscione di dieci
metri “Bologna nel Cuore” (il nome della sua forse-lista civica), deriva
infatti dal suo “stare in mezzo alla gente”. Come consigliere comunale
ha superato da poco il tetto dei 4000 matrimoni celebrati (forse il
record del mondo) e la sua ape rosso-blu col solito slogan è una delle
leggende metropolitane più comuni, dopo l’ormai sessantenne Beppe
Maniglia che suona la chitarra a torso nudo in Piazza Maggiore e gonfia a
colpi di polmone la borsa dell’acqua calda (anche lui si voleva
candidare sindaco l’altra volta, ma da indipendente e non è riuscito a
raccogliere le firme).
La Rete, e Facebook in particolare (oltre, naturalmente, allo stato
di autoipnosi in cui pare giacere il locale Pd), hanno messo a Cevenini
le ali ai piedi, amplificandone a dismisura il sistema relazionale e
fornendo ai media locali (che godono assai a dettare la linea al fu
partitone) sempre nuovi aggiornamenti sulle imprese del “Cev.” (altro
suo soprannome, somigliante in modo un po’ inquietante al “Cav.” di
Giuliano Ferrara).
Le prime indiscrezioni
sulle sue idee forse hanno un po’ spiazzato il “popolo del web”: no
alla grande moschea (cara alla comunità islamica locale e cavallo di
battaglia della Lega), no alle simboliche nozze gay (come invoca la
folta comunità lgbt cittadina, già celebrate da diversi sindaci di
centrosinistra), si ai finanziamenti alle scuole private (parola di ex
dirigente della sanità privata). “Forse gli alieni non si raccapezzano
della mancanza di logica degli umani e hanno buttato lì i temi su cui
c’è più casino”, chiosa l’illustratrice. L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage.
|