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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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17 maggio 2010
IL VERBO ESOTERICO DI J.J.ABRAMS
 “Jacob” era il nome con cui un misterioso terapeuta psichedelico,
nell’America degli anni Sessanta, praticava sedute a base di LSD su
pazienti affetti da disturbi di vario genere.” Secondo FR il demiurgo
biondo della serie-cult Lost (giunta a tre puntate dalla fine),
amico-nemico del micidiale fumo nero che nell’ultima serie s’è
incarnato nel defunto John Locke (un personaggio po’ fesso e sognatore,
velleitario, nonché omonimo del pensatore liberale del XVII secolo… che
vorrà dire?) “era in realtà il professor Leo Zeff, psicologo e
terapeuta jungiano di Oakland, California, nonché, negli anni Ottanta,
quando la sostanza era ancora legale, pioniere dell’uso
psicoterapeutico dell’MDMA (Ecstasy).”
“E con Fringe JJ arriva allo scienziato psichedelico, molto più terra
terra ma sempre tanto quantico (Walter Bishop).” Luisa Telemaco, nel
commento all’articolo di FR, si riferisce al personaggio del telefilm
che JJ Abrams ha creato dopo Lost. Un classico archetipo di “scienziato
pazzo” che sperimenta, appunto, l’LSD e esplora i dossier borderline
fra scienza e mistero (fisica quantistica applicata a realtà parallele,
telecinesi, viaggi nel tempo, ecc.). Dopo il gioco di specchi di
citazioni, suggestioni e analogie che ha reso Lost leggendaria prima
ancora di essere finita, JJ Abrams in Fringe continua a battere sugli
stessi temi, a instillare gli stessi dubbi, a suggerire analoghe e
inusuali prospettive.
Quello di Lost/Fringe può essere considerato una sorta di
mega-messaggio subliminale interattivo, una visione del mondo spacciata
per intrattenimento “leggero” (e in questa maniera più facilmente
assorbita dal consumatore televisivo). Il “persuasore occulto” (per
dirla con Vance Packard) usa le arti della seduzione televisiva (grande
location, attori fighi, trama intricata, azione, intrighi amorosi) per
altri fini non espliciti se non per gli “iniziati” (che già prima di
Lost e Fringe parlavano lo stesso argot), con somma invidia degli altri.
A differenza dei persuasori consueti però (i grafici della Disney che
piazzavano riferimenti sessuali espliciti nei cartoni animati o i
pubblicitari e le loro marche di sigarette o di scarpe in primo piano)
JJ Abrams è stato sezionato per sei anni dalla Rete in migliaia di
forum, blog e social network. Che ne hanno tradotto e interpretato
l’argot e diffuso il verbo su scala planetaria (anche in p2p).
L'articolo è stato pubblicato su The Front Page.
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